Praia a mare (Isola Di Dino)

PRAIA A MARE  LA STORIA

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Praia a Mare, la storia. E’ un comune di 6.871 abitanti della provincia di Cosenza. In origine popoloso villaggio di contadini e di pescatori sorto sulle spiagge strette tra il corso del fiume Noce, che a nord segna il confine con la Basilicata ed il contrafforte roccioso oltre la pianura alluvionale del fiume Lao, fu inizialmente la frazione marinara del confinante comune di Aieta. Praia a Mare diviene comune amministrativamente autonomo nel 1928.

Per secoli Praia ha mantenuto integri e vivi usi, costumi e tradizioni della vicina rocca natia. L’etimologia del nome è incerta, anche se ricorda i traffici di merci e di uomini che nell’antichità avvenivano sulla costa Tirrenica: deriverebbe da “Plaga Sclavorum“, spiaggia degli Sclavoni o degli Schiavoni, o da “Plaga Slavorum“, spiaggia degli Slavoni. La cittadina ha subito un notevole sviluppo tra gli anni sessanta e novanta grazie agli investimenti del gruppo Marzotto e della famiglia Agnelli. Oggi, Praia a Mare, che ingloba anche l’Isola di Dino, vive principalmente di turismo.

Museo Comunale Città di Praia a Mare – Museo – Ospita una raccolta permanente d’arte moderna e contemporanea realizzata con il contributo di numerosi artisti italiani e stranieri che hanno donato all’istituzione complessivamente oltre duecento opere.

Il Fortino – Palazzo – Al XVI secolo risale il forte difensivo del Fumarulo di Praia che i signori di Aieta fecero costruire e destinarono alla difesa del litorale costiero.
Isola di Dino – Isola –

Piccola isola che si innalza di fronte alla località Fiuzzi. Sono presenti delle grotte marine, tra queste le più famose sono la Grotta Azzurra (per l’intenso colore azzurro dell’acqua al suo interno) e la Grotta del Leone (il nome deriva dalla presenza al suo interno di uno scoglio che assomiglia molto ad un leone sdraiato).

Torre di Fiuzzi – Torre – Costruita su un faraglione della scogliera di Fiuzzi alto 15 metri, su cui era già presente una torre angioina, è una delle torri più grandi della zona. Era posta a presidio della costa dalle incursioni Saracene. 
Chiesa del Sacro Cuore – Chiesa
Chiesa di San Paolo Apostolo – Chiesa
Chiesa di Gesù Cristo Salvatore – Chiesa – Struttura di recente realizzazione raccoglie il culto dei residenti della località Foresta.
Rocca di Praia – Castello – Complesso fortificato risalenti al secolo XIV di costruzione Normanna.
Santuario della Madonna della Grotta – Santuario – Così chiamato perché posizionato all’interno di una grotta naturale all’interno di una collina. In esso è venerata la Madonna della Grotta la cui leggenda narra che il comandante di un bastimento turco fu costretto dall’equipaggio a riporre all’interno dell’omonima grotta una statua lignea (rubata) del XV secolo raffigurante la madonna.
Grotta delle Sardine – Grotta – Così chiamata per la copiosa presenza di sarde lì pescate un tempo con una particolare rete detta il “cianciorro” (“giangiuorro” o “giangiuorro‘” in dialetto). Il nome forse deriva dal fatto che sull’isola sorgeva un tempio (aedina) dedicato a Venere, oppure, ipotesi più accreditata, è quella che farebbe derivare il nome dall’etimo greco dina, ovvero vortice, tempesta. Infatti erano un tempo pericolose per i naviganti, in giornate di mare mosso, le acque prossime alla punta sud dell’Isola, detta Frontone.

L’isola di Dino è un”Isola italiana sita lungo la costa nord occidentale del Tirreno, di fronte all’abitato di di Praia a Mare in Calabria più precisamente davanti a Capo dell’Arena a sud del paese.

Il nome forse deriva dal fatto che sull’isola sorgeva un tempio (aedina) dedicato a Venere, oppure, ipotesi più accreditata, è quella che farebbe derivare il nome dall’etimo greco dina, ovvero vortice, tempesta. Le acque marine erano pericolose per i naviganti, alla punta sud dell’Isola, detta Frontone.

Si estende per 50 ettari circa con un’altitudine massima di 100 metri. Nel versante settentrionale, di fronte a Capo dell’Arena, c’è un piccolo molo di attracco da cui parte una strada rotabile che con uno sviluppo di 1700 metri conduce nei cottages situati nella zona alta dell’isola. Ha fianchi con strapiombi alti oltre 80 metri ed altri piuttosto scoscesi, alla base dei quali, sia al di sotto che al di sopra del livello del mare, l’erosione sulle rocce calcaree ha dato vita a molte grotte tra le quali quella del “Monaco”, delle “Sardine” dove sono presenti stalagmiti, delle “Cascate”, del “Leone” ed infine la “Grotta Azzurra” che è la più grande. Ma la grotta più interessante dell’isola, sebbene accessibile solo ai subacquei esperti, è la Grotta Gargiulo, che si apre a 18 metri sotto la superficie del mare e si estende nelle profondità dell’isola per alcune decine di metri, completamente sommersa, fatta eccezione per due bolle d’aria. L’accesso ad una parte della Grotta è sconsigliabile anche ai subacquei, tranne che a speleosub esperti. L’isola si estende per 50 ettari circa con un’altitudine massima di 100 metri. Nel versante settentrionale, di fronte a Capo dell’Arena c’è un piccolo molo di attracco da cui parte una strada rotabile che con uno sviluppo di 1700 metri conduceva nei cottages turistici situati nella zona alta dell’isola. Ha fianchi con strapiombi alti oltre 80 metri ed altri piuttosto scoscesi, alla base dei quali, sia al di sotto che al di sopra del livello del mare, l’erosione sulle rocce calcaree ha dato vita a molte grotte tra le quali quella del “Monaco”, delle “Sardine” dove sono presenti stalagmiti, delle “Cascate”, del “Leone” ed infine la “Grotta Azzurra” che è la più grande. L’isola fu testimone di lotte e battaglie, incursioni piratesche, assalti, difese disperate. Vascelli musulmani vi fecero tappa in più occasioni nel corso delle loro spedizioni militari in Italia: nel IX secolo d.C., nel XV e nel XVI. Nell’estate del 1600 il litorale fu preso d’assalto dai Turchi, guidati da Amurat Rays, che con il suo esercito di predoni e le sue navi terrorizzava il Meridione d’Italia. Gli aietani si trincerarono sull’isola ed opposero forte resistenza. Dopo giorni di assalto i difensori guidati da Francesco Vitigno furono tutti catturati ed uccisi. Nel 1806 l’isola divenne base delle operazioni della flotta anglo borbonica, agli ordini dell’ammiraglio Sidney Smith, che tentava di opporsi alla penetrazione dell’esercito napoleonico in Calabria. Nel 1812 Gioacchino Murat elimina la feudalità. Il Demanio reale sottrasse l’isola al Marchese di Aieta, nella cui giurisdizione la stessa ricadeva e la concesse al Comune di Aieta. Successivamente l’isola passa ai Borbonici. Nei pressi dell’isola, durante la notte di Santo Stefano del 1917, il sommergibile tedesco UB-49 (Hans von Mellenthin) affondò il piroscafo inglese “Umballa” che trasportava orzo. Il piroscafo, varato nel 1898 e di proprietà della British India Steam Navigation Company Ltd., era salpato da Karachi, aveva fatto tappa a Siracusa ed era diretto a Napoli.  Dopo la tragedia che costò la perdita di quindici vite umane, la campana della nave venne donata al Santuario della Madonna della Grotta. Fu fissata sul campanile dopo essere stata ribattezzata “Santa Maria della Vittoria”. Nel 1928 l’isola diventa proprietà del Comune di Praia a Mare, quando lo stesso Comune diventa autonomo. Nel 1956 l’isola viene data in concessione per 99 anni e nel 1962 l’isola viene venduta per 50 milioni alla società amministrata dal Comm. Bottani e Gianni Agnelli con il fine di portare allo sviluppo turistico a livello internazionale dell’intero territorio da Fiuzzi a San Nicola Arcella. Era prevista sull’isola un’edificabilità pari allo 0,20, con costruzioni alte metri 6,90. Nella parte bassa, all’altezza della Grotta del Leone, sono sorti dei tucul con ristorante. La proprietà dell’isola è poi passata ad un gruppo di imprenditori che per motivi amministrativi hanno abbandonato il bene a se stesso. Attualmente nuove forze imprenditoriali, locali, hanno proposto forme di sfruttamento turistico dell’isola che è un’area protetta.

Il CASTELLO DI FIUZZI o Castello di Praia a Mare è un castello Normanno militare il cui impianto architettonico originale risalirebbe al XII-XIII secolo, Si trova nel sud d’Italia, in Calabria, il castello venne edificato su di una piccola altura di fronte al mare, in una posizione centrale nella baia di Fiuzzi di Praia a Mare. Posto su una collina di fronte all’Isola di Dino, è un “edificio fortificato di forma rettangolare con mastio e due torri cilindriche innestate nei vertici del poligono. Rimangono ancora dei brani di merlatura di gusto arabo”. Costruito con “pietra informe allettata con abbondante malta”, “detto castello di Carlo V in effetti è stato costruito al tempo di Carlo d’Angiò. Nel XVII sec. vi si recava per il riposo il prelato Matteo Cosentino Vescovo di Anglona-Tursi, la cui famiglia che deteneva il marchio nato di Aieta, trasformò il castello in dimora residenziale”. Voluto da Carlo duca di Calabria, figlio di Roberto Re di Napoli come roccaforte a difesa della costa dalle incursioni aragonesi e saracene, nel periodo di dominazione normanna, passò negli anni sotto il feudo di Ajeta, e alla fine del ‘500, il vescovo feudatario del luogo, Don Matteo Cosentini D’Ajeta, diretto ascendente degli attuali proprietari, lo abitò come residenza estiva.

Nel fine 700 i Marchesi di Ajeta vendettero il feudo ai conti Spinelli di Scalea. Il Castello apparteneva alla famiglia Giugni, che per moltissimi anni era stata amministratrice del feudo d’Ajeta. I Giugni hanno mantenuto il possesso del Castello fino a quando negli anni’50 del secolo scorso la rocca è stata riacquistata dal discendente diretto dei nobili CosentinAlessandro Cosentini d’Ajeta. La rocca normanna presenta, rifacimenti risalenti all’età Sveva. Lo stemma gentilizio dei marchesi Cosentino d’Aieta è ancora visibile sul portale d’ingresso. E’ di proprietà privata. All’interno del castello si trova un B&B dove si presta infatti molto bene in un’atmosfera magica. L’edificio è circondato da tipica macchia mediterranea ed alti cipressi che rendono l’ambiente ombreggiato e rilassante. All’esterno della costruzione si trova una piccola cappella che può essere utilizzata per piccole cerimonie.