CATANZARO

Capoluogo, Comune e Provincia.

CATANZARO

Storia ed età antica.

Il clima di Catanzaro è tipicamente mediterraneo caratterizzato dalla presenza costante di fenomeni ventosi anche di forte intensità nei mesi primaverili ed autunnali.
In base alla media del mese più freddo, +8,9 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +24,5 °C.

Storia ed età antica. «L’intera terra fra i due golfi di mari, il Nepetinico (S. Eufemia) e lo Scilletinico (Squillace), fu ridotta sotto il potere di un uomo buono e saggio, che convinse i vicini, gli uni con le parole, gli altri con la forza. Questo uomo si chiamò Italo che denominò per primo questa terra Italia. E quando italo si fu impadronito di questa terra dell’istmo, ed aveva molte genti che gli erano sottomesse, subito pretese anche i territori confinanti e pose sotto la sua dominazione molte città.»

La probabile insistenza dell’antica colonia magnogreca di Skylletion, successivamente divenuta Minervia Scolacium in epoca romana. Alcune ipotesi fanno risalire l’origine di Catanzaro ad un’antica colonia greca nel luogo che in seguito divenne l’antica Sciolacium oppure ritengono che sia sorta sulle rovine dell’antica città di Trischines. Altre ipotesi più accreditate individuano la fondazione da alcuni insediamenti posti in ordine sparso nella zona di Catanzaro Marina – Tiriolo l’antica Teura), Santa Maria di Catanzaro sul colle Trivonà e lungo la valle del Corace che formavano l’antica “Terra dei Feaci”. E proprio alla foce del torrente, secondo la leggenda, Ulisse fondò l’antica skilletion.

Durante gli scavi per la costruzione della cittadella della regione Calabria nel quartiere di Germaneto lungo la valle del Corace sono stati trovati reperti ricollegabili a una necropoli greca del V secolo e un antico centro romano, i quali testimoniano la presenza di antichi insediamenti lungo la valle del Corace. Nel 2019 sono stati trovati reperti contestualmente ai lavori per la nuova Metropolitana. Dai ritrovamenti archeologici emerge che l’attuale territorio comunale era compreso nell’area abitata fin dall’età del ferro dalla popolazione dei “Vituli”, così chiamati perché adoratori del simulacro del vitello, che i greci ribattezzarono “Italoi” (adoratori del vitello) e governati dal famoso re Italo, fratello di Dardano progenitore dei troiani.

La leggenda narra che due condottiei Bizantini, Cattaro e Zaro, condussero le popolazioni della riviera cittadina della agno-greca di Skilletion o Skillakion, corrispondente alla romana scolacium (nei pressi dell’attuale quartiere Lido, prima sullo Zarapotamo (attuale Santa Maria), poi successivamente sul Trivonà, in una fortezza militare (secondo alcune ipotesi già esistente da qualche secolo nel luogo che attualmente è il quartiere che porta il nome di Grecìa. La scelta territoriale sarebbe stata legata alle continue incursioni saracene, che spinsero a spostare l’abitato in zone più elevate.Tale fondazione è attribuita tradizionalmente alla seconda metà del IX secolo, per decisione del general e bizantino Niceforo Foca il Vecchio e dal quale avrebbe inizialmente preso il nome di “Rocca di Niceforo”. Il passaggio da fortezza a centro urbano vero e proprio avvenne ad opera del generale Flagizio che avviò la costruzione di una cittadella, di un recinto fortificato e infine la sistemazione di cisterne e provviste di grani. Potenziato dall’accentramento di popolazione, prese forma urbana ed in seguito fu incastellato e assunse la denominazione di Katantzárion, con il permesso dell’Imperatore ottenuto da Flagizio. Secondo alcune ipotesi, in questo periodo vi fu lo sviluppo di officine per la lavorazione della seta importata dall’oriente e delle coltivazioni di gelso, deriva il nome attuale della città dal termine greco Katartarioi, ovvero filatori di seta. Tuttavia l’etimologia più probabile, ipotizzata dal linguista locale di Giova nni Alessio e avvalorata dal collega tedesco Gerhard Rohlfs, suggerisce la fusione tra due componenti, la prima greca (káta, ossia “sotto”) e la seconda dialettale calabrese
Agli inizi del X secolo la città bizantina fu infatti occupata dai Saraceni, che vi fondarono un emirato e prese il nome arabo di Qatansar. La presenza araba è testimoniata dai ritrovamenti ottocenteschi di una necropoli che restituì oggetti con iscrizioni arabe.
Durante il periodo Arabo la città si ribellò più volte. Nel 1929 segue di una nuova rivolta per il rifiuto di pagare i tributi, Catanzaro venne duramente saccheggiata dal generale saraceno Al-Mahdi.
Intorno all’anno 1000, Catanzaro si ribellò al dominio saraceno, tornando per un breve periodo nuovamente sotto controllo bizantino. Nel 1069 fu l’ultima città calabrese, dopo mesi di resistenza, a cadere sotto l’assedio dei Normanni da Roberto il Guiscardo che eressero il Castello Normanno, e la città fu feudo della famiglia Altavilla con il conte Rodolfo (il1098), figlio di Goffredo d’Altavilla in quest’epoca conobbe la fioritura delle arti e dei mestieri, e in particolare la lavorazione della seta con scambi commerciali sia con le altre regioni d’Italia che con i paesi orientali ed europei per farne un centro di dominio, i Normanni l’elessero a Contea, conferendola a Ugone Falluc e alla sua discendenza, per passare poi sotto il controllo di un ramo cadetto degli Altavilla con Rao (Radulfo) da Loritello. Alla metà del XIII secolo in pieno periodo svevo, la città fu feudo delle famigliaa Ruffo che ebbe nel calabrese Pietro I, grande marescalco di Federico II, il primo dei Conti Ruffo di Catanzaro “Dei Gratia Comes Catanzarii”. Da questi perduta nelle sue lotte contro Manfredi, la città ritornò ai Ruffo quando Carlo d’Angiò la donò al secondo Pietro Ruffo, pronipote del precedente, suo generale nella guerra del vespro la Per quattordici anni, ad opera del Re Ladislao, rimase nel demanio regio.